Last train from occupied Europe (Barricades mystérieuses) - 2014 | 04:48

This video, which required a longer manufacturing than any other, is in many ways the summary of the whole cycle.
Past and future mix together in this imaginary journey in which the protagonist is the Train, a trainset running across Europe about to be divided again. The land is categorised by defeat and ruins, by the Iron Curtain, by flocks of refugees, genocides and unspeakable cruelty, but is also the cradle of extreme sophistication and amazing aesthetic inventions.
I imagined a fugitive’s flight to freedom and his nostalgic farewell. His is a melancholic and mysterious journey through time and space, memories, impressions before and after the fall and destruction. The escape from a possible new totalitarian occupation, is alleged but very plausible, in this restless battlefield of art, ideology and slaughters, where every stone has a story and is soaked with the blood of ages.
As in other similar videos of the cycle, I was especially interested in representing the tragic, eternal dichotomy of European history: the cyclical alternation of unimaginable ferocity and supreme preciousness; the indecipherable search for perfection and beauty, and the dark, self-destructive and uncontrollable vandalic instinct. The old continent’s extreme barbarity and civilization, its eternal building and destroying, render it, for better or for worse, to stand on mysterious barricades, as in Couperin’s poetic title.


Questo video, che ha richiesto una lavorazione più lunga rispetto a tutti gli altri, è per molti versi la summa dell’intero ciclo. 
Passato e futuro si mescolano in questo viaggio immaginario in cui la macchina protagonista è il treno, un convoglio che attraversa l’Europa in procinto di essere divisa ancora una volta. Una terra di sconfitta e rovine, della Cortina di ferro, dei profughi, genocidi e crudeltà indicibili, ma anche la culla di grandissime raffinatezze e stupefacenti invenzioni estetiche.
Ho immaginato una fuga verso la libertà e l’addio nostalgico di un fuggitivo. Un viaggio malinconico e misterioso attraverso il tempo e lo spazio, i ricordi, le impressioni prima e dopo la caduta e la distruzione, la fuga da una possibile nuova occupazione totalitaria, supposta ma molto plausibile, in questo inquieto campo di battaglia d’arte, ideologia e massacri, dove ogni pietra ha una storia ed è impregnata del sangue dei secoli.
Ero particolarmente interessato, come in altri video simili del ciclo, alla rappresentazione della tragica, eterna dicotomia della storia europea: l’alternarsi ciclico di ferocia inconcepibile e di suprema ricercatezza. L’indecifrabile ricerca di perfezione e bellezza, e l’oscura, incontrollabile pulsione autodistruttiva e vandalica. La sua barbarie e la sua civiltà estreme, il suo eterno edificare e distruggere. Ferma, nel bene e nel male, su barricate misteriose, come nel poetico titolo di Couperin.

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